In “Libere correnti dorsali” come in Appennino, è la terra che determina la storia, raccontando le gesta di uomini e animali, delineando assieme alle stagioni la vita semplice e sofferta di luoghi e gente apparentemente diversa.
Modernità in subbuglio, tecnologia che trabocca in un terzo millennio malaticcio, c’è chi se ne va, chi ritorna, mentre un identità musicale e letterale incomincia a diventare importante.
Sappiamo bene che la nostra musica, le nostre canzoni, sono come la buona poesia cioè giungono direttamente dal cervello, dai sensi, dal sangue stesso dell’uomo, e l’uomo nessuno può predirlo.
I luoghi definiscono i suoni, ne abbracciano i ripidi cambiamenti.
Spazio quindi alla ragione e alla misura come naturale dimensione dell’uomo ma importante e vitale che le parole e i suoni si congiungano tra la passione e l’immaginazione.
Non è forse l’immaginazione che con la forza di mille eserciti riesce a portarti in un mondo interiore e affascinante rapendoti al mondo esterno?
Se “Libere correnti dorsali” vi rapirà da questo mondo anche solo per pochi attimi noi ne saremmo ben felici.
In fondo, leggere il testo di una canzone, ascoltare una canzone,e poi chiudere gli occhi e immaginarsi la scena dovrebbe essere facile per tutti.
Ma non è così di questi tempi ragazzi!
In questo disco è la dorsale Appenninica che sorregge le nostre canzoni, le rende elettriche in una giusta forma e le consegna all’Italia in un viaggio stimolante che va dal nord al sud della penisola.
Noi Appenninici che siamo stati sempre confine tra est e ovest spartiacque di un mondo occidentale e orientale per millenni ora ci ritroviamo in una dimensione nuova, strade e monti di collegamento tra il nord e il sud dell’Europa.
Perciò ci piace definire “Libere correnti dorsali” un disco di “confine”, un manifesto di frontiera con uno sguardo ad un Italia che mai verrà spiegata abbastanza.
Marco Mattia Cilloni: canto, chitarra acustica ed elettrica, bouzouki, mandolino
Luigi Vittorio Cavalli Cocchi: batteria, percussioni
Francesco Ottani: canto
Gianfranco Fornaciari: organo Hammond, piano Wurlitzer, Minimoog, piano verticale, cori
Filippo Chieli: viola, violino
Marcello Ghirri: Banjo, Chitarra resofonica
Massimo Guidetti: tromba, flicorno
Andrea Torresani: basso, contrabbasso elettrico e acustico
Hanno collaborato: Erik Montanari alla chitarra elettrica, Daniele Sironi alla pedal steel, Christian Rebecchi al bodhran e Luciana Buttazzo al canto.